I segni dell’anima (2008 – 2009)

“Non esiste un’arte antica e moderna bella o brutta, esistono quei trenta secondi in cui ti soffermi ad osservare un’opera e li puoi provare attrazione o indifferenza”

Umberto Ippoliti non ha timore a confessare l’attitudine istintuale, arcaica, onirica che lo conduce all’esperienza estetica. Una disposizione che trova testimonianza in “i segni dell’anima (2007 – 2008)”, la mostra allestita fino al 4 settembre all’Oratorio di San Francesco Saverio del Caravita. “L’apparizione di sette grandi tele squarcia l’immobilità dello spazio – sottolinea Lidia Reghini di Pontremoli, curatrice della mostra – sette colpi lanciati negli occhi di ci guarda: ogni tela è notte, buio squarciato da improvvisi lampi su un’acqua lacustre. Dal buio affiorano ectoplasmi, forme dimenticate dal tempo galleggiano su una materia umorale, bimorfica. Colori cupi come onde notturne s’addensano e si distendono inghiottendo forme e memorie classiche.”

Giuseppe Serao – Articolo tratto da “La Repubblica – ROMA” – 23 Agosto 2010.

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